Non hai tempo di leggere? clicca sul pulsante per ascoltare o vedere il video dell’articolo sul mio canale YouTube 

.

.

INTRODUZIONE

.

Finalmente basta con i mercatini, con i depliant casalinghi inviati ad amiche, colleghe e parenti, ora si fa sul serio! Apro la partita IVA, apro uno shop online, vendo ai miei ritmi, guadagno ciò che mi merito davvero. 

Perfetto, ma poi, nella realtà, sarà proprio così?

Ecco le cose che volevo sapere PRIMA di aprire la P.IVA. 

DISTINZIONE TRA HOBBISTA E PROFESSIONISTA

.

Spesso si crea una distinzione tra negozio fisico e negozio virtuale.

La differenza in realtà NON ESISTE. Vendere online equivale – metaforicamente-  a tirare su la saracinesca del proprio negozio fisico. Cambia solo, di fatto, il DOVE vendo e i tempi di apertura del negozio. 

Un negozio online ti darà la possibilità di vendere H24,  7 giorni su 7 a differenza di un negozio fisico che avrà orari prestabiliti giornalieri. 

Cambierà altresì i metodi di pagamenti che in un negozio fisico prevede contanti, bancomat e carta di credito (principalmente), mentre un negozio online prevede quasi esclusivamente pagamenti elettronici anticipati alla consegna della merce. 

Quindi che tu venda online – senza paradossalmente vendere nulla – o che tu venda in un negozio fisico, senza paradossalmente vendere nulla – sei tenuta comunque ad aprire la P.IVA.

Questo perché la tua vendita di prodotti artigianali – e non – è svolta in modo organizzato e continuativo

Quindi quando vendere online -tramite marketplace – è consentito  senza l’apertura della p.iva?

Quando si è hobbisti e quindi si desidera vendere un prodotto realizzato  in modo puramente occasionale.

Esempio: 

Sono un’impiegata e resto a casa un mese in convalescenza dopo la rottura del femore e, annoiandomi a morte, inizio a realizzare sciarpe e cappelli di lana come non ci fosse un domani. 

Poi guarisco e rientro al lavoro. 

A questo punto cosa ne saranno delle mie 30 sciarpe e 20 cappelli realizzati?. 

Apro uno shop su etsy  – ad esempio – e cerco di venderli.

In questo caso la vendita sarà occasionale – sino alla prossima rottura del femore – (evento eccezionale). 

Se invece, sono una casalinga – o anche no – e propongo prodotti artigianali su un mio shop etsy riproducibili in serie – su ordinazione /prenotazione e personalizzazione, in questo caso sono a tutti gli effetti una professionista commerciante. 

Quindi attenzione alle dicerie sulle soglie dei  5.000,00 euro – che valgono – forse – per i servizi – ma non per la vendita dei prodotti. 

A tal punto, Il decreto Crescita del 2019 (art.136 comma 1 DL 34/2019) ha introdotto l’obbligo a carico di tutti i Marketplace (Amazon – Etsy – Ebay – ecc), di trasmettere i flussi di vendita dei propri iscritti all’Agenzia delle Entrate. 

Questo meccanismo consentirà di monitorare il volume delle vendite dei beni a distanza

Quindi attenzione!

APERTURA P.IVA  – PANORAMICA INDICATIVA DEI COSTI 

.

Veniamo ora al nocciolo della questione che tutti vogliono sapere, ovvero: “ma quanto mi costa diventare una professionista?”

Tengo a precisare che non essendo una commercialista questa parte ha il solo scopo di fornirvi una panoramica generale su quelli che sono i costi di apertura e mantenimento della P.IVA – estrapolati – di fatto – da quella che è la mia posizione professionale.

Consiglio pertanto, qualora stiate valutando l’ipotesi di aprire la P.IVA, di fissare un appuntamento informativo con una commercialista di fiducia  al fine di ottenere maggiori informazioni soprattutto in relazione  alla vostra situazione professionale ed economica. 

Chiarito quanto sopra, ipotizzando che siete delle artigiane – commercianti – che siete una ditta individuale a regime forfettario — gestione separata INPS – questa potrebbe essere una proiezione dei costi

PRATICHE COMMERCIALISTA = come ad esempio apertura P.IVA, iscrizione camera di commercio, registro imprese, comunicazione INPS, INAIL, diritti di segreteria, varie ed eventuali, l’importo richiesto e da applicare solo per il primo anno, sarà di circa 300,00 euro. Ovviamente ogni commercialista avrà il proprio tariffario pertanto questo importo potrebbe variare.

TENUTA DELLA CONTABILITà = si baserà principalmente sull’elaborazione del MODELLO UNICO e dei modelli di pagamento F24, l’importo richiesto normalmente varia dai € 700,00 ai 800,00 euro circa annui. 

PAGAMENTO INPS =  l’importo sarà di circa 2.500,00 euro annui 

PAGAMENTO INAIL = l’importo sarà di circa 195,00 euro annui 

IMPOSTE = sarebbe l’imposta sostitutiva perché di fatto il regime forfettario non paga/detrae  l’IVA ma paga le imposte sostitutive IRPEF e IRAP – quindi l’imposta che verrà pagata sarà il 15% sul 78% del venduto

Nei PRIMI 5 ANNI – qualora potrai usufruire del requisito della novità, ovvero, non aver svolto quel tipo di professione negli anni precedenti, potrai avere una riduzione delle imposte e pagare solamente il 5% sul 78% dell’importo lordo venduto. 

Ora, ipotizzando di aver fatturato i famosi € 5.000,00 le imposte da pagare saranno di 195,00 euro ( per i primi 5 anni ) e successivamente diventeranno 585,00 euro, applicando quindi il 15% sul 78% dell’importo lordo venduto. 

Dopodiché, sempre ai nostri 5.000,00 euro dovranno essere decurtati i costi VARIABILI, ovvero tutti quei costi che variano di anno in anno in base – anche – alla nostra capacità di investimento e riutilizzo dei materiali e che variano in anno in anno. 

Sono ad esempio costi variabili i costi per i materiali, di spedizione, di imballaggio, di hosting, di consulenza, di formazione, di pubblicità, etc. 

Facciamo ora una simulazione schematica al fine di comprendere “su carta” quanto di fatto ci rimarrà in tasca avendo un fatturato lordo di 5.000,00 decurtati tutti i costi, tieniti forte.

P.S. tengo a precisare che sui costi variabili sono stata estremamente buona, in realtà i costi variabili annui sono molto più elevati.  

.

.

.

Insomma, lo schema riassuntivo sopra proposto lascia ben pochi dubbi: se vogliamo aprire la partita IVA il nostro fatturato deve poter andare molto, ma molto oltre i famosi 5.000,00 euro

Tieni inoltre presente che nei costi variabili vanno calcolati anche i costi di sviluppo e tenuta sito web, di abbonamento ai marketplace, di consulenza o formazione. Tutte voci che, volontariamente non ho messo, perché penso che già quanto sopra ti abbia “spaventato” abbastanza, inferire non servirebbe a nulla, l’importante è prendere o non prendere, una decisione con la piena consapevolezza su come stanno in realtà le cose

Per rimanere in tema di costi, per non farci mancare nulla, probabilmente dal 2022, non è ancora sicuro quindi respiriamo finché possiamo, anche i regimi forfettari saranno obbligati all’emissione della fatturazione elettronica, ciò si traduce nell’acquisto di un SOFTWARE, insomma altri soldini che se ne vanno.  

AUTOANALISI

.

ECCO LE DOMANDE DA PORTI E CHE POTREBBERO FARTI CAMBIARE IDEA

Prima di aprire la P.IVA e dopo aver letto con estrema attenzione tutta la parte riguardante i costi di apertura e mantenimento P.IVA, ecco le domande che ti devi porre prima di avviare qualsiasi idea di business: 

DOMANDA NUMERO 1

Quante sciarpe in lana – ad esempio –  devo produrre solo per recuperare i costi fissi + costi variabili? 

DOMANDA NUMERO 2

Quante sciarpe in lana devo produrre per raggiungere il minimo sindacale di reddito netto utilizzabile per la mia sopravvivenza sociale?

(Praticamente quello che vorresti che sia il tuo stipendio mensile al netto di tutte le spese)

DOMANDA NUMERO 3

Ipotizzando che per raggiungere il tuo “ritorno ideale” dovresti fatturare all’anno almeno 15.000,00 euro e che per raggiungere tale importo vendendo ogni sciarpa a 30,00 euro cadauna dovresti produrre 500 sciarpe all’anno – consapevole del fatto che hai solo due mani e dovendo gestire tutta quella che è la parte marketing – riusciresti a produrre 41 sciarpe al mese per tutti e dodici i mesi

DOMANDA NUMERO 4

MISURATI

Impara a misurarti quando produci i tuoi prodotti facendolo nel modo più minuzioso e preciso possibile. Questo ti consentirà di risponde con maggiore precisione alle domande precedenti. 

DEVI necessariamente essere in grado di sapere quanto effettivamente massimo puoi produrre al mese. Tieni sempre presente che nell’arco dell’anno non mancheranno gli imprevisti e le ferie programmate che bloccheranno la tua produzione. 

Misurati e pianifica, solo così saprai quanto potrai effettivamente fatturare massimo e se quel massimo davvero soddisfa la tua idea di abbondanza. 

DOMANDA NUMERO 5

Hai  prodotti SCALABILI?

I prodotti scalabili sono tutti quei prodotti che ti permettono di raggiungere più persone nello stesso momento, generando maggiore vendite, nel minor tempo. 

Possono essere ad esempio:

  1. vendita di corsi online 
  2. cartamodelli in PDF
  3. consulenze
  4. Workshop online
  5. Corsi online

È chiaro che questi prodotti non possono essere improvvisati, preparati in qualche modo ed immessi sul mercato a caso, aspettandosi di fare sold out. Come ogni cosa va pensata, progettata, pianificata, realizzata e solo dopo presentata ad un pubblico PRONTO ad acquistarlo. 

RIFLESSIONE CONCLUSIVA

.

Essere una professionista non è un gioco – un qualcosa da fare nel tempo libero – in modo casuale e disorganizzato. 

Essere una professionista richiede tempo, sacrificio, resilienza, determinazione e studio continuo. 

Se non sei pronta a rimboccarti le maniche ogni qualvolta ti sembrerà di cadere, allora, aspetta ad iniziare.

Prima di tutto lavora sulla tua forma mentis – la tua motivazione, la tua vision e la tua misson – 

devono poter essere forti e convincenti perché saranno proprio loro a farti da faro 

Ed aiutarti a trovare le soluzioni ogni qual volta ti sembrerà di cadere. 

Non bruciare le tappe prima ancora di aver pianificato le tappe stesse. 

.

Per saperne di più

.

.

Seguimi sui Social per restare sempre aggiornata

Pin It on Pinterest

Share This

Share this post with your friends!